La Torah ebraica, cioè il Pentateuco, è il fondamento di quel monoteismo che costituisce la base delle religioni ebraica, cristiana e musulmana. Essa è il Libro per antonomasia, la radice di quella civiltà occidentale. Questo grande libro è composto prima di tutto da una lunga narrazione che parte dall’inizio del mondo, prosegue raccontando le prime generazioni di umanità e gli esordi di una storia universale che senza la colpa consumatasi nel giardino dell’Eden non sarebbe mai cominciata. Vi si racconta poi la grande epopea dei patriarchi e quella delle tribù d’Israele che attraverso un arduo cammino in terra e un costante dialogo con il cielo diventano un popolo cosciente di sé. Ma la Torah che, secondo la tradizione, viene dettata dal Signore a Mosè lassù in cima al Sinai, non è soltanto una storia: è soprattutto una legge. Un dettato religioso, sociale e morale che chiama in causa non soltanto quell’antica umanità che l’ascoltò allora nel deserto, ma anche tutte le generazioni a venire, da quel tempo in poi.
L’ebraismo ancora oggi segue le leggi mosaiche e il cristianesimo vi basa alcuni concetti fondamentali della sua teologia.
Ma la lettura del testo in prosa, a meno che avvenga per scopo di culto, è per forza di cose lenta e farraginosa: è difficile proseguire per più di qualche pagina. Vi sorprenderà invece la facilità con la quale corre lo stesso testo nella versione in rima.
Anni fa uno psicologo mi disse che le rime baciate o alternate, all’apparenza infantili, in realtà sono quelle che vanno più nel profondo.
Il mio contributo vuole essere un invito ad una lettura più scorrevole, più “leggera” di un testo fondamentale, conservato qui nella sua integrità (quando non ho potuto o saputo farlo e ho per esempio omesso elenchi di nomi di luoghi o persone, l’ho sempre dichiarato).
I nostri Maestri hanno detto: “Le parole che escono dal cuore entrano nel cuore”.
Con la speranza di aver saputo raggiungere questo obiettivo, Vi auguro buona lettura.
Massimo Foa